Nuova tappa di preparazione al business con l’Italia per gli imprenditori iraniani. Si è svolta il 25 luglio a Roma presso un importante studio legale italiano la nuova giornata del 2024 di alta formazione per imprenditori iraniani promossa dallo Studio legale internazionale Ferdowsi, con sede a Parigi e Tehran, dall’Istituto iraniano di Alta Formazione Asre Qalam e dalla Camera di Commercio ItaloIraniana.
La prima parte della giornata, a cura del team di avvocati specializzati, si è concentrata su come costituire una società, sistema e aliquote di tassazione e come fare investimenti, anche nel settore Real Estate, secondo la normativa italiana.
E’ stata invece affidata alla Camera ItaloIraniana la fotografia dell’economia e dell’industria italiana, i settori prioritari di business per il nostro Paese, l’ andamento dell’interscambio commerciale tra Italia e Iran.
Le analogie tra le forme delle società commerciali di Italia e Iran, in ambedue i Paesi derivate dalla comune matrice del Codice commerciale napoleonico, da cui è scaturita gran parte delle legislazioni in materia dei Paesi UE, la normativa italiana sugli investimenti e il rilascio dei visti con un particolare focus sul Programma “Investor Visa for Italy” dedicato agli investitori non UE sono stati i temi giuridici che hanno riscosso maggiore interesse tra le imprese iraniane presenti .
“Italia e Iran hanno sistemi industriali analoghi, fondati sulla prevalenza di PMI del settore privato, prevalentemente a proprietà familiare”, ha sottolineato Pier Luigi d’Agata, Segretario Generale della Camera Italo-Iraniana.
“E’ positivo l’andamento dell’interscambio Italia-Iran nel primo quadrimestre 2024, con circa 245 milioni di euro ed un aumento del 10,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo i dati del nostro Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale. L’Italia ha riguadagnato così la posizione di secondo Paese esportatore europeo verso l’Iran, subito dopo la Germania. Nello stesso periodo del 2023 la seconda posizione era invece occupata dalla Gran Bretagna” ha concluso d’Agata.