L’Italia industriale attualmente deve fare fronte a molti fattori di instabilità geopolitici e geoeconomici. Occorre uno sforzo corale di tutto il Sistema Paese per sostenere le imprese, l’export ed il Made in Italy.
Un ruolo fondamentale in questo contesto lo rivestono le Camere ItaloEstere, chiamate anche “Camere Miste”. Sono un ponte tra l’Italia e quasi 90 mercati esteri ma il loro ruolo talvolta non è appieno percepito nel quadro degli strumenti di supporto all’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Pubblichiamo il contributo di Pier Luigi d’Agata, Segretario Generale della Camera Italia-Iran & Paesi E.C.O-CCII per il più recente numero di Ava-Ye, una delle linee di informazione specializzata della nostra Camera, a seguito della Riunione Plenaria delle Camere ItaloEstere organizzata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy presso la propria sede il 5 febbraio 2025.
Alla riunione sono intervenuti, tra gli altri, Giuseppe Tripoli, Segretario Generale di Unioncamere, il Ministro Andrea Canepari per il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale oltre al Sottosegretario Massimo Bitonci.
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IL VALORE DELLE CAMERE MISTE PER LO SVILUPPO DELL’EXPORT
Editoriale
“Il loro lavoro si concentra su tre pilastri: promozione del Made in Italy, attrazione di investimenti esteri e supporto alle imprese italiane nella crescita internazionale”. E’ uno dei passaggi chiave dell’intervento del Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy-MIMIT Massimo Bitonci alla riunione plenaria delle Camere Italo-Estere ed Estere in Italia, tenutasi nella sede del Ministero a Roma il 5 febbraio scorso.
La riunione al MIMIT alla quale abbiamo partecipato segna uno scatto in avanti del Sistema Paese in tema di internazionalizzazione su due livelli. Si è infatti definita e meglio strutturata l’azione di Unioncamere per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, attraverso i suoi due bracci operativi che si affiancano e completano quello territoriale italiano: le Camere Italo-Estere ed Estere in Italia con sede in Italia, come la Camera Italia-Iran & Paesi E.C.O. (spesso indicate anche come Camere Miste) e, viceversa, le Camere italiane all’estero, formate da comunità imprenditoriali italiane nei Paesi esteri, in cui hanno sede.
Nei numerosi interventi dei rappresentanti di Unioncamere, del MIMIT e del Ministero degli Esteri è apparso infatti chiaro come la specializzazione-paese o area geografica sia la cifra distintiva e la forza delle 39 Camere Italo-Estere ed Estere in Italia, non sempre compresa appieno rispetto ad altri soggetti più generalisti o con specializzazione settoriale, e spesso sono l’unica forma di rappresentanza imprenditoriale italiana nei quasi 90 Paesi su cui tali Camere operano.
Occorre anche ricordare alcuni elementi che spiegano la rinnovata attenzione del Sistema Paese alla Camere Italo-Estere. Sono infatti attori che forniscono servizi per l’internazionalizzazione non solo in regime di massima trasparenza e in libera concorrenza ma devono anche rispettare una serie di parametri di affidabilità, che vanno dall’autonomia finanziaria necessaria per lo svolgimento dei propri compiti all’uso regolamentato della denominazione “Camera di Commercio”.
Al di là dei tecnicismi, occorre a mio parere concentrarsi su quattro elementi che non sempre emergono nella narrativa corrente e che caratterizzano fortemente l’azione delle Camere Italo-Estere, che non è solo di “servizi” ma anche di “rappresentanza di interessi” e di “valori”:
– il valore della “cameralità”, correlato da un lato ai temi dell’economia, rispetto ai quali svolgono un’attività di servizio, e dall’altra a quello della cultura italiana come base della diffusione del Made in Italy nei Paesi o aree geografiche di riferimento;
– il rispetto dei criteri di affidabilità, trasparenza ed efficacia dell’azione, senza i quali non viene concesso l’annuale riconoscimento del MIMIT che autorizza l’uso della denominazione di “Camera di Commercio”;
– il Network, con valore di rete di soggetti “camerali” e quindi “para-istituzionali” che contribuiscono alla politica economica estera dell’Italia, al cui interno le Camere possono sviluppare tra di loro sinergie rispetto ai Paesi di operatività, in considerazione del fatto che le imprese italiane operano in più Paesi e non unicamente verso un singolo mercato;
– occorre infine ricordare che il Sistema delle Camere Italo Estere sta evidenziando una crescente tendenza alla regionalità, in linea con i macro trend di aggregazione geoeconomica globali in atto che condizionano sempre più i flussi e le potenzialità del commercio internazionale.
L’allargamento dell’operatività della Camera di Commercio e Industria Italia-Iran anche agli altri Paesi dell’Economic Cooperation Organization-E.C.O. è la più recente testimonianza di tale tendenza.
Tutto questo si traduce in un Brand, sinonimo al tempo stesso di efficienza, efficacia, affidabilità ed istituzionalità, delicatissimo per la somma di valori ad esso sottesi e al tempo stesso di garanzia per le oltre 7000 imprese italiane associate al Network delle Camere Italo Estere ed Estere in Italia.
Pier Luigi d’Agata
Segretario Generale Italia-Iran e Paesi E.C.O-CCII